Blog ma non troppo

Ma che bella sorpresa!
Appena terminata la lettura, mi sono dovuto fermare un attimo: travolto e sopraffatto dal vortice della storia di Maria Luisa, ho sospirato nel vuoto per un minuto, e subito la voglia di leggerlo di nuovo ha avuto il sopravvento.
E' una storia di fili invisibili che uniscono storie e persone, luoghi e tempi: prima aiutano Maria Luisa a ritrovare se stessa e le proprie radici, ma poi, come una matassa che viene sapientemente riavvolta da mani fatali, le si stringono intorno accompagnandola consapevolmente verso ciò che è ed è stato. Il tutto in una Lecce sontuosa nei colori e nei profumi, percepiti in ogni angolo delle sue mura bianche, stanche, sferzate dalla storia.
Ciò che colpisce maggiormente è l'intensità crescente con cui il lettore prende confidenza con la protagonista, pagina dopo pagina la sente sempre più vicina, ne percepisce i pensieri e le tensioni, la immagina in uno spazio vivo, quotidiano. Nei primi capitoli del libro ho pensato che l'autrice avrebbe potuto approfondire meglio quel profilo psicologico, raccontare qualcosa in più riguardo la sua vita e i suoi affetti; ma dopo l'ultima pagina mi sono felicemente ricreduto perché Maria Luisa mi è entrata nel cuore, e mi è stato concesso di scoprire quel vuoto che l'accompagnava con la giusta empatia.
Un libro che ti fa sentire la mancanza dei suoi personaggi è prezioso, magia rara.

Le mie note dal libro...

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Bello.
C'è un verbo utilizzato in questo libro che è meraviglioso: "rac-cantare". L'idea del racconto attraverso la musica, la poesia dei sentimenti, sono quanto di più classico e puro ci possa essere.
Ma è la fantasia a salvare questa storia dalla banalità: il lettore è stimolato moltissimo all'immaginazione, i luoghi ed i personaggi sono i perfetti compagni di viaggio per una favola che educa all'amore.
Né Dino Buzzati (come detto dall'autore), né tanto meno Paulo Coelho (come sostengono i detrattori di questo libro); io ci ho trovato la freschezza dello Stefano Benni di "Elianto".
Fantasia al potere.

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Pane e tempesta - Stefano Benni

29/01/2010 0 minutes

C'è che io i libri di Benni li comprerei anche solo per scoprire i nomi di tutti i personaggi che ogni volta si inventa. Poi leggo queste storie magnifiche e trovo modo di ragionare su come stiamo consapevolmente uccidendo il mondo. Speriamo nei bambini, e in chi ha la grande capacità di avere un cuore come quello che hanno loro.

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Quando ho finito di leggere l'ultima pagina ed ho chiuso il libro accarezzandone a lungo la copertina, ho percepito quella netta sensazione di pienezza e di compimento che solo le grandi storie ti sanno offrire.
Assaf e Tamar sono due ragazzi che, spinti dall'inconsapevolezza dell'adolescenza, affrontano senza risparmio le difficoltà di una Gerusalemme quasi sempre in ombra.
Ma la vera protagonista di questa storia è la forza che sorregge costantemente i due, che si trasforma di volta in volta, e che li accompagna fatalmente al loro destino. Ed è un piacere da leggere perché infonde fiducia in noi lettori: ci fa recuperare la speranza che, con la costanza e l'impegno, alla fine si riesca a godere dei beni più grandi. Come l'amicizia, come l'essere fratelli, come il silenzio, come le rughe, come l'arte, come la giustizia, come la verità. Come l'amore.
David Grossman ha il pregio di penetrare questi misteri e dimostrarci che anche i ragazzi possono ribaltare un mondo: un libro da far leggere nelle scuole, e da consigliare a tanti adulti.

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La lettura è scivolata via veloce come la macchina dei protagonisti sul lungomare: le atmosfere e i profumi della città sono dipinti con maestria, i personaggi sono credibili e dai tratti ben distinti, i ricordi affiorano davvero come immagini cinematografiche.
Unico appunto che mi sento di fare, ri...

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Questo libro mi ha preso per mano e mi ha accompagnato nella musica di Giovanni Allevi; anzi, DENTRO Giovanni Allevi, perché lui e la musica sono come una stessa inscindibile entità.
Fresco, sincero ed appassionato, questo libro l'ho avvertito come eco delle note suonate nei suoi cd: commuove la n...

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Sembrano storie così lontane da oggi che quasi ci si immerge con sospetto; si parla di uomini e di tempi che ci appaiono così irreali da confonderli con la fantasia.
Eppure piano piano si fa strada la netta sensazione che in quei luoghi, assoggettati alle fatiche ed al ritmo delle stagioni, si sia v...

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Stregato, colpito e affondato.
Stordito, sorpreso e incupito.

L'ho finito ieri sera tardi ("divorato" sarebbe meglio dire) e poi sono rimasto immobile, col libro in mano, a guardare un non so che oltre le pareti arancio della mia stanza preferita; questo è un grande Benni mi sono detto, questo è un...

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