Stefano Benni - Margherita Dolcevita

Stregato, colpito e affondato.
Stordito, sorpreso e incupito.

L'ho finito ieri sera tardi ("divorato" sarebbe meglio dire) e poi sono rimasto immobile, col libro in mano, a guardare un non so che oltre le pareti arancio della mia stanza preferita; questo è un grande Benni mi sono detto, questo è un Benni cattivo come non mai, ma era inevitabile..
E sì, perchè questa volta non c'è quasi la luce in fondo al tunnel, scorri le ultime pagine, e il presentimento che ti ha accompagnato nella lettura si realizza in tutta la sua inevitabilità: stavolta non finisce con "e vissero felici e contenti".
Ma qualcuno che urlasse in faccia alla gente che questo mondo sta andando a banane, qualcuno che ci facesse specchiare per vedere che la merda in cui stiamo affondando è quasi arrivata alla gola ci voleva! E' la cruda realtà, e Benni coraggiosamente non si tira indietro, il suo stile si adatta perfettamente a quest'opera di denuncia spietata (già in "Spiriti" si erano notate alcune avvisaglie) della crisi morale che stiamo attraversando.

Quando ho girato l'ultima pagina mi sono subito domandato perchè mi sia piaciuto così tanto, e mi sono risposto che sostanzialmente sono d'accordo con la sua visione di un mondo che si sta mordendo la coda, si sta consumando sotto il peso di se stesso; dice il nonno del libro: "Io credo che esisteranno sempre l'intelligenza, la voglia di libertà, l'eros e le sale da ballo, ma la parola speranza non mi sento più di pronunciarla". Cruda e tremenda profezia, ma che comunque non toglie la voglia e la forza di lottare a due ragazzi, forse gli unici cui possiamo sperare di affidare la lotta per riprenderci il futuro.

Benni (e ringrazio col cuore chi anni e anni fa me lo ha fatto conoscere) mi ha fatto ridere a crepapelle, mi ha fatto pensare e cambiare idea, piangere e sognare, incazzare e inveire contro il mondo: come puoi non adorare un autore che ti sconvolge l'animo, come puoi non amare questi libri?

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